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Ptolomeo

Pile di libri sui tavoli dello studio, così tante da girarci intorno con lo straccio della polvere. Libri a pile sui tavoli di casa, da spostare per apparecchiare. Una pila sul comodino di sinistra e a terra a fianco del letto. Qualche libro impilato anche a destra. Libri impilati tra i vuoti lasciati dai libri ordinati sugli scaffali. Poco gestibile per forma e contenuto, la pila caotica in parte al divano. Trovare il saggio sull’Ordine delle cose comprato lo scorso sabato non è cosa immediata. Sulla cassapanca dell’ingresso, quella di qualche bisnonna che si è già fatta almeno una decina di traslochi, è cresciuto un bosco selvaggio di pile. Inghiottiti chissà dove intonsi volumi dimenticati. Questo a casa mia. Questo in tutte le case dove di libri ci si nutre, supporto imprescindibile di vita. Osservare le pile, restare affascinato nell’immaginarle così alte da sfidarne la stabilità.
Tradurre questa immagine fantastica in oggetto reale. Ptolomeo atto primo. Dedicata a colui che, primo, ha raccolto con intelligente passione tutto quanto fino allora scritto senza censura, senza paura.